Spagna

L’Art Nouveau, o modernismo, in Spagna si sviluppò molto presto, quasi contemporaneamente alle vicende inglesi. Rimase circoscritto alla città di Barcellona e, di fatto, ad un solo geniale rappresentante, Antoni Gaudì (1852-1926). Questa situazione, per certi versi anomala, ha fatto a lungo discutere i critici sulla legittimità o meno di accorpare l’attività artistica di Gaudì al fenomeno Art Nouveau. Per avvalorare questa legittimità bisogna ricordare, prima di tutto, l’influenza delle teorie di Ruskin e Morris sulla formazione di Gaudì, che lo portarono ad un’attenzione verso il neogotico e verso la tradizione spagnola, caratterizzata dall’arte islamica.

 

Per dissipare ogni dubbio, poi, bisogna riconoscere che le istanze di tutta la sua produzione corrispondono in pieno, pur nell’indiscussa originalità di elaborazione, alle istanze dell’Art Nouveau: l’espansione della linea come simbolo vitalistico, l’annullamento dell’antitesi tra interno ed esterno, il ricercare nelle forme il ritmo della crescita spontanea della natura e nello spazio il costante gioco dell’espansione e dell’asimmetria. Fu nell’architettura che egli si espresse al meglio; ricordiamo solo il Palazzo Güell (1885-1889) e il Parco Güell (1900-1914), la Casa Battlò (1905 – 1908) e la Casa Milà (1905 – 1910).

 

Egli, però, non curò solo la parte architettonica degli edifici, ma anche i minimi dettagli: le cancellate, le inferriate, le maniglie delle porte, l’arredamento, le lampade, il mobilio e le vetrate, ispirandosi ai medesimi principi. Gaudì, nonostante il suo esuberante talento o forse proprio a causa di esso, fu un isolato. La sua influenza interessò solo una cerchia ristretta di allievi e comunque non riuscì a varcare i confini spagnoli.

Itinerario Liberty - Planning and Realization - Stefano Pelosi - www.stefanopelosi.it